mercoledì 29 maggio 2013



Ho trovato questo articolo della prof.ssa Marisa Pavone. Una riflessione che va...oltre


 

 

Lo sguardo al futuro - Il progetto di vita

 

Per l’allievo in situazione di handicap la frequenza scolastica trova la direzione di senso e la scansione dei traguardi intermedi nel Piano educativo elaborato per ciascun allievo: un progetto-programma che, come si sa, pur affermando la priorità e la specificità dello sguardo pedagogico, accanto alla dimensione educativa contempla anche gli interventi sanitari, riabilitativi e sociali di competenza degli operatori dell’extrascuola. In virtù della pluridimensionalità dei bisogni del disabile, l’orizzonte della progettazione personalizzata non può essere circoscritto alla scuola, ma muovendo dall’ottica formativa, punta “a sollecitare un progetto di vita globale per la persona che c’è, nella sua unità e globalità, consapevole che essa è in divenire e possiede comunque risorse originali, sorprendenti e creative che è professionalità scoprire e valorizzare” . Da alcuni anni, gli esperti di pedagogia Speciale inseriscono il Piano educativo finora detto individualizzato nel contesto più ampio del “progetto di vita”.Ma un conto è ampliare la prospettiva della progettazione individualizzata includendo i vissuti familiari, gli interventi medici e terapeutici, le iniziative culturali, ricreative, di tempo libero. Discorso ben diverso è tentare di dialogare con il futuro, cercare di anticipare un “progetto di vita” che va ben oltre il tempo della scuola, per proiettarsi nella vita adulta. Se già per gli insegnanti è impegnativa l’impresa di decentrarsi dal proprio punto di vista, per tenere conto anche di ciò che accade al minore in casa e nel quartiere (alla ricerca di una sinergia orizzontale), ancora più arduo è condurre l’attività didattica quotidiana coltivando nella mente l’immagine dell’alunno in difficoltà come futuro adulto (in una traiettoria verticale).Il progetto di vita è un mix inscindibile di pensieri e di sentimenti, nel quale immaginario e intenzionalità programmatica si bilanciano e si completano mutando lentamente nelle loro proporzioni.Il progetto di vita implica “un pensare doppio”, nel senso di “immaginare, fantasticare, desiderare, aspirare, volere”, e contemporaneamente “preparare le azioni necessarie, prevedere le varie fasi, gestire i tempi, valutare i pro e i contro, comprendere la fattibilità”: comporta la coesistenza di un “pensiero progettuale caldo” e di un “pensiero progettuale freddo”.

Pensiero progettuale caldo

 
Spesso si verifica che durante gli anni di scuola, il “pensiero progettuale caldo” sia destinato a venire imbrigliato nelle complesse procedure della programmazione educativa/riabilitativa/sociale , senza potersi aprire, senza potersi riscaldare alla fiamma della direzione ultima di senso. Sembra che le ambasce dell’azione didattica quotidiana, autoreferenzialmente, trovino motivazione e scopo in se stesse, perdendo di vista l’immagine di quello che potrà accadere nel futuro.
Il ruolo identifica ciò che lega il singolo alla complessità del contesto; è ancora il ruolo che regola il rapporto tra le persone. Nell’istituzione scolastica il ruolo del minore coincide con l’essere studente: la scuola è comunità di apprendimento per tutti gli allievi, compreso il disabile. Ma la scuola ha anche, tra le sue finalità, quella di preparare all’inserimento nella società adulta, e a trovare in essa un’identità e un ruolo lavorativo.
Diventare cittadini, conquistare un’identità sociale, raggiungere un’autonomia adeguata, acquisire competenze culturali di base, conseguire capacità di comunicazione idonee, apprendere le abilità necessarie per un inserimento proficuo nel mondo del lavoro, rappresentano certamente degli itinerari molto ardui da solcare, ma indispensabili se pensiamo di favorire la formazione globale, integrale dell’uomo.

Pensiero progettuale freddo

 
Senza sottovalutare la responsabilità precipuamente formativa e orientativa della scuola secondaria di primo grado - che deve sostenere l’allievo disabile e la sua famiglia al momento della scelta tra sistema di istruzione o di formazione professionale – va tenuto presente che la frequenza di ciascun grado del sistema di istruzione e di formazione rappresenta un’offerta di “situazione” educativo/didattica essenziale, per sollecitare l’alunno disabile a impossessarsi di competenze utili alla vita autonoma, all’inserimento sociale e, in un futuro prossimo, anche lavorativo. Per preparare le prospettive del domani – scolastiche o professionali – bisogna lavorare bene “qui ed ora”, in ogni tassello dell’iter scolastico, pensando globalmente.

domenica 26 maggio 2013

Ahimè! Il tempo corre ed io....Niente giustificazioni!
Ho aperto il mio blog...messo le mie iniziali impressioni...ora passerò alla costruzione di un link con HTLM...
Grazie al Prof per le parole rincuoranti rivolte a chi è rimasto indietro!

venerdì 26 aprile 2013

Evviva... ci sono riuscita....adesso so cosa è  un aggregatore e che può essere utilizzato per seguire fonti di ogni tipo!

domenica 21 aprile 2013


Abitanti, che arrivano da luoghi diversi e portano bagagli con esperienze diverse.
Bellissima questa idea...inizia a piacermi

lunedì 15 aprile 2013

Diario

E’ iniziata.... mercoledì 3 aprile:  cMooc  ! Prima parola sconosciuta...e prima conoscenza...

Villaggio...blog...aggregatore di web feed...social bookmarking... microblogging...pad...
Ce la farò???